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Intervista
al Vescovo Pavel Hnilica, un vecchio amico del Papa
Fonte: “Medjugorje - Un invito alla preghiera”
Intervista al Vescovo Pavel Hnilica, un vecchio
amico del Papa, che vive a Roma dai tempi della sua
fuga dalla Siovacchia negli anni '50. AI Vescovo
è stato chiesto se e come il Papa abbia espresso un'opinione
su Medjugorje. L'intervista è stata condotta
da Marie Czernin nell'ottobre 2004.
Vescovo Hnilica, Lei ha trascorso molto tempo vicino
a Papa Giovanni Paolo II ed ha potuto condividere
con Lui anche momenti molto personali. Ha avuto occasione
di parlare con il Papa degli avvenimenti di Medjugorje?
Quando nel 1984 feci visita al Santo Padre a Castel
Gandolfo e pranzai con Lui, gli raccontai della consacrazione
della Russia al Cuore Immacolato di Maria, che avevo
potuto compiere il 24 marzo di quelo stesso anno
in modo del tutto insperato, nella Cattedrale dell'Assunzione
nel Cremlino di Mosca, così come la Madonna aveva
chiesto a Fatima. Egli ne rimase molto colpito e disse:
"La Madonna ti ha guidato fin lì con la Sua mano"
ed io risposi:"No, Santo Padre, mi ci ha portato
in braccio!". Poi mi chiese che cosa pensassi
di Medjugorje e se vi ero già stato. Risposi: "No.
Il Vaticano non me l'ha proibito, ma me l'ha
sconsigliato". Al che il Papa mi guardò con sguardo
risoluto e disse: "Va' in incognito a Medjugorje,
così come sei andato a Mosca. Chi te lo può vietare?".
In questo modo il Papa non mi aveva ufficialmente
permesso di andarci, ma aveva trovato una soluzione.
Poi il Papa andò nel Suo studio e prese un libro su
Medjugorje di René Laurentin. Cominciò a leggermene
qualche pagina e mi fece notare che i messaggi di
Medjugorje sono in relazione con quelli di Fatima:
"Vedi, Medjugorje è la prosecuzione del messaggio
di Fatima". Andai tre o quattro volte in incognito
a Medjugorje, ma poi l'allora Vescovo di Mostar-Duvno,
Pavao Zanic, mi scrisse una lettera nella quale mi
intimava di non andare più a Medjugorje, altrimenti
avrebbe scritto al Papa. Qualcuno l'aveva evidentemente
informato dei miei soggiorni, ma non dovevo certo
avere paura del Santo Padre.
In seguito ha avuto un'altra possibilità di
parlare di Medjugorje con il Papa?
Sì, la seconda volta che abbiamo parlato di Medjugorje
- me lo ricordo bene - è stato il 1° agosto 1988.
Una commissione medica di Milano, che allora aveva
esaminato i veggenti, venne dal Papa a Castel Gandolfo.
Uno dei medici fece notare che il Vescovo della diocesi
di Mostar creava delle difficoltà. Allora il Papa
disse: "Dato che è il Vescovo della regione,
dovete ascoltarlo" e, diventato subito serio,
aggiunse: "Ma dovrà rendere conto davanti alla
legge di Dio di aver gestito la cosa nel modo giusto".
Il Papa rimase un momento pensieroso e poi disse:
"Oggi il mondo sta perdendo il senso del soprannaturale,
cioè il senso di Dio. Ma molti ritrovano questo significato
a Medjugorje attraverso la preghiera, il digiuno e
i sacramenti." È stata la testimonianza più
bella ed esplicita per Medjugorje. Ne rimasi colpito
perché la commissione che aveva esaminato i veggenti
dichiarò allora: Non constat de supernaturalitate.
Al contrario il Papa aveva da tempo capito che a Medjugorje
accadeva qualcosa di soprannaturale. Dai più svariati
racconti di altre persone sugli avvenimenti di Medjugorje,
il Papa si era potuto convincere che in questo luogo
si incontra Dio.
Non è possibile che molto di quello che accade
a Medjugorje sia stato invece inventato di sana pianta
e che prima o poi risulterà che il mondo è caduto
in un grosso imbroglio?
Alcuni anni fa, a Marienfried si è svolto un grande
incontro di giovani a cui sono stato invitato anche
io. Allora un giornalista mi chiese: "Signor
Vescovo, non pensa che tutto ciò che avviene a Medjugorje
abbia origine dal diavolo?". Gli risposi: "Sono
un Gesuita. Sant'lgnazio ci ha insegnato che
bisogna distinguere gli spiriti e che ogni evento
può avere tre cause o ragioni: umana, divina o diabolica".
Alla fine ha dovuto acconsentire che tutto ciò che
accade a Medjugorje non è spiegabile da un punto di
vista umano, ossia che giovani del tutto normali attirino
in questo luogo migliaia di persone che accorrono
qui ogni anno per riconciliarsi con Dio. Intanto
Medjugorje viene chiamata il confessionale del mondo:
né a Lourdes né a Fatima si verifica il fenomeno di
così tante persone che si confessano. Che cosa accade
in un confessionale? Il sacerdote libera i peccatori
dal demonio. Ho risposto allora al giornalista: "Certamente
il demonio è riuscito a fare molte cose, ma una cosa
non può sicuramente fare. Può il demonio mandare le
persone al confessionale per liberarle da sé stesso?"
Allora il giornalista si mise a ridere e capì che
cosa volevo dire. L'unica ragione rimane dunque
Dio! In seguito ho riferito anche al Santo Padre questa
conversazione.
Come si può riassumere in un paio di frasi il messaggio
di Medjugorje? Che cosa distingue questi messaggi
da quelli di Lourdes o di Fatima?
In tutti e tre questi luoghi di pellegrinaggio, la
Madonna invita alla penitenza, al pentimento e alla
preghiera. In questo i messaggi dei tre luoghi di
apparizione si somigliano. La differenza è che i messaggi
di Medjugorje durano da 24 anni. Questa continuità
intensa di apparizioni soprannaturali non è diminuita
negli ultimi anni, tanto che sempre più intellettuali
si convertono in questo luogo.
Per alcune persone i messaggi di Medjugorje non
sono degni di fede perché poi è scoppiata la guerra.
Dunque non luogo di pace, ma di lite?
Quando nel 1991 (esattamente 10 anni dopo il primo
messaggio: "Pace, pace e solo pace!") scoppiò
la guerra in Bosnia Erzegovina, ero di nuovo a pranzo
con il Papa ed egli mi chiese: "Come si spiegano
le apparizioni di Medjugorje, se ora in Bosnia c'è
la guerra?" La guerra è stata veramente una
brutta cosa. Perciò dissi al Papa: "Eppure ora
sta accadendo la stessa cosa che accadde a Fatima.
Se allora avessimo consacrato la Russia al Cuore Immacolato
di Maria, si sarebbe potuta evitare la Seconda Guerra
Mondiale, ed anche la diffusione del comunismo e
dell'ateismo. Proprio dopo che Lei, Santo Padre,
ebbe compiuto questa consacrazione nel 1984, in Russia
ci furono grandi cambiamenti, attraverso i quali
iniziò la caduta del comunismo. Anche a Medjugorje,
all'inizio, la Madonna avvertì che sarebbero
scoppiate delle guerre se non ci fossimo convertiti,
ma nessuno prese sul serio questi messaggi. Questo
significa che se i Vescovi della ex-Jugoslavia avessero
preso sul serio i messaggi naturalmente non possono
ancora concedere un riconoscimento definitivo della
Chiesa, dato che le apparizioni sono ancora in corso forse non si sarebbe arrivati a questo punto".
Allora il Papa mi disse: "Dunque il Vescovo Hnilica
è convinto che la mia consacrazione al Cuore Immacolato
di Maria sia stata valida?" ed io risposi: "Certamente
è stata valida, il punto è solo quanti Vescovi abbiano
compiuto questa consacrazione in comunione (in unione)
con il Papa".
Torniamo di nuovo a Papa Giovanni e alla sua speciale
missione ...
Sì. Alcuni anni fa, quando il Papa era già di salute
malferma e cominciava a camminare col bastone, gli
raccontai di nuovo della Russia durante un pranzo.
Poi si appoggiò al mio braccio, affinché lo accompagnassi
all'ascensore. Era già molto tremolante e ripetè
per cinque volte con voce solenne le parole della
Madonna di Fatima: "Alla fine il mio Cuore Immacolato
trionferà". Il Papa sentiva davvero di avere
questo grande compito per la Russia. Anche allora
sottolineò che Medjugorje non è altro che la continuazione
di Fatima e che dobbiamo riscoprire il significato
di Fatima. La Madonna ci vuole educare alla preghiera,
alla penitenza e ad una maggiore fede. È comprensibile
che una madre si preoccupi dei suoi figli che sono
in pericolo, e così fa anche la Madonna a Medjugorje.
Ho anche spiegato al Papa che oggi il più grande movimento
mariano parte da Medjugorje. Dovunque ci sono gruppi
di preghiera che si riuniscono nello spirito di Medjugorje.
Ed egli l'ha confermato. Perché ci sono meno
famiglie sante. Anche il matrimonio è una grande vocazione.
Alcuni si meravigliano che nessuno dei veggenti
di Medjugorje, una volta cresciuti, sia entrato in
convento o si sia fatto prete. Questo fatto può essere
interpretato come un segno del nostro tempo?
Sì, lo vedo in modo molto positivo, perché possiamo
vedere che questi uomini che la Madonna ha scelto
sono semplici strumenti di Dio. Non sono loro gli
autori che hanno escogitato tutto, ma sono collaboratori
di un più vasto progetto divino. Da soli non ne avrebbero
la forza. Oggi è particolarmente necessario che la
vita dei laici si rinnovi. Ci sono, ad esempio, anche
delle famiglie che vivono questa consacrazione alla
Madonna, non solo suore o sacerdoti. Dio ci lascia
la libertà. Oggi dobbiamo dare nel mondo una testimonianza:
forse nel passato tali limpide testimonianze si trovavano
maggiormente nei conventi, ma oggi abbiamo bisogno
di questi segni anche nel mondo. Ora è soprattutto
la famiglia a doversi rinnovare, poiché la famiglia
oggi si trova in una profonda crisi. Non possiamo
conoscere tutti i piani di Dio, ma sicuramente oggi
dobbiamo santificare la famiglia. Perché ci sono meno
vocazioni?
Che cosa pensano oggi di Medjugorje i suoi colleghi
Vescovi?
Marija Pavlovic-Lunetti, una delle veggenti che riceve
ancora messaggi dalla Madonna, una volta davanti a
me ha pianto, perché aveva sentito che alcuni Vescovi
mettono in dubbio l'autenticità dei messaggi.
L'allora Vescovo di Mostar, Pavao Zanic, l'aveva
perfino definita una bugiarda. La mia risposta al
Vescovo di Mostar fu: "Lei si sbaglia. Pensi
soltanto a come si comportano normalmente i ragazzi
in una grande famiglia. Se viene loro confidato un
segreto speciale, il giorno dopo già litigano e raccontano
il segreto ad altri. Se fossi la Madonna, probabilmente
avrei scelto un solo ragazzo, e non addirittura sei,
perché mi sarebbe sembrato troppo rischioso. Ma questi
ragazzi sono stati torturati per molti anni dalla
polizia, eppure non hanno mai rivelato nulla".
Indubbiamente, forse questi messaggi non sono così
profondi e misteriosi come quelli di Fatima, ma qui
si tratta di una trasposizione dei messaggi di Fatima,
come l'ha intesa anche il Papa. Non bastano solo
i grandi messaggi, che poi non possono essere divulgati.
Attraverso Medjugorje vengono divulgate la preghiera
continua ed anche la penitenza. Fa meraviglia che
a Medjugorje la gente digiuni a pane ed acqua anche
due volte a settimana, si consacri al cuore della
Madonna e La veneri.
Negli anni '80, una volta sono venuti da me sei
Vescovi brasiliani perché avevano sentito dire che
mi interessavo di Medjugorje. Mi chiesero se potevo
fare in modo che potessero concelebrare una Santa
Messa con il Papa. Poi volevano andare a Medjugorje.
Il Papa aveva acconsentito a riceverli, ma il Suo
Segretario, Monsignore Stanlislaw Dziwicz, in seguito
disse: "Vi prego di non dire che il Papa vi ha
ricevuto ad una Messa privata perché andate a Medjugorje,
ma vi ha invitato perché siete venuti dal lontano
Brasile". Questo significa che naturalmente il
Papa non ha mai riconosciuto esplicitamente ed ufficialmente
Medjugorje, poiché non vuole anticipare il Vescovo
della diocesi di Mostar. Lo stesso Papa si sarebbe
recato volentieri a Medjugorje, ma il Vescovo di Mostar
avrebbe dovuto dare un segnale chiaro.
Quando due anni fa il Papa è andato in Croazia, e
a Zagabria fu beatificato il Cardinale Stepinac, ci
fu un incontro di circa 50 Vescovi al quale partecipai
anch'io. Dunque salutai i Vescovi che conoscevo
già. Poi uno di loro mi disse con cordialità: "Sono
il Nunzio Apostolico di Zagabria, e Lei è quindi il
Legato Apostolico di Medjugorje!". Lo disse non
con tono di disprezzo, ma di amicizia. Anche il Cardinale
Kuharic di Zagabria non si è mai pronunciato pubblicamente
su Medjugorje, però mi disse: "Vi accadono cose
molto interessanti". Nel 1994, 10 anni dopo la
solenne consacrazione del mondo al Cuore di Maria,
il Papa invitò a pregare in modo particolare per la
Bosnia, dove c'era ancora la guerra. Allora andai
a Medjugorje, dove incontrai anche il Vescovo di Mostar.
Egli mi chiese perché fossi andato lì ed io risposi:
"Il Papa ci ha esortato a pregare per la pace
in Jugoslavia nei santuari mariani. Perciò siamo venuti
in un luogo di pellegrinaggio che si trova vicino
a questi avvenimenti". Il Vescovo mi corresse
e disse che quello non era un luogo di pellegrinaggio,
ma solo un luogo di preghiera. Ma io gli chiesi quale
fosse la differenza e gli dissi anche che dovevamo
riconoscere che l'aiuto più grande che fosse
giunto alla Croazia e alla Bosnia durante la guerra,
era arrivato dai gruppi di preghiera di Medjugorje.
Tuttavia il Vescovo volle minimizzare questi fatti.
Il Vescovo di Spalato, invece, ha avuto sempre un
atteggiamento molto positivo nei confronti di Medjugorje
ed è interessante che anche la sua città sia stata
risparmiata dalla guerra.
A quel tempo il Papa mi chiese anche se era vero che
a Medjugorje e a Spalato non fosse successo nulla
durante la guerra. Sì, gli risposi.
La posizione ufficiale della Chiesa nei confronti
di Medjugorje è cambiata negli ultimi anni?
Soltanto negli ultimi dieci anni, milioni di persone
si sono recate in pellegrinaggio a Medjugorje. Se
la Chiesa credesse veramente che in questo luogo viene
divulgato qualcosa di contrario alla fede o alla morale,
allora sarebbe stata obbligata a prendere delle misure
contro Medjugorje. Avrebbe dovuto fare di tutto per
proteggere gli uomini da questo fenomeno. Il fatto
che tace, è un buon segno e, di fatto, un riconoscimento
di Medjugorje. Basta sfogliare il registro parrocchiale
per vedere quanti sacerdoti celebrino ogni anno la
Santa Messa a Medjugorje. Non verrebbero, se avessero
scoperto qualcosa che metta in dubbio l'attendibilità
dei messaggi. Dai frutti si riconoscerà se da qui
è cresciuto un albero buono o cattivo.
Qual è stata la sua personale esperienza spirituale
a Medjugorje?
Ho avuto la fortuna di poter incontrare personalmente
i veggenti e così di potermi fare un'idea chiara
su di loro. Sono riuscito a guadagnarmi la loro fiducia
ed ho avuto la sensazione di venire personalmente
introdotto ai misteri di Medjugorje, così come era
successo prima anche a Fatima e a Lourdes, quando
avevo potuto incontrare Suor Lucia e il Vescovo di
Fatima. Ne sono stato felice e mi sono sentito anche
alquanto privilegiato di poter partecipare così da
vicino agli eventi di Medjugorje. Anche adesso, quando
a volte parlo con Vicka Ivankovic-Mijatovic o con
Marija Pavlovic-Lunetti, mi sento vicino a loro. Perciò
provo nei loro confronti anche una certa responsabilità,
mi sento parte di una grande famiglia.
In uno dei primi messaggi, secondo quel che si
dice, la Madonna ha affermato che queste sarebbero
state le ultime apparizioni. Molte persone pensano
con questo alla fine del mondo e all'Apocalisse.
Come lo si può interpretare correttamente?
Sì, l'ho sentito dire, ma spesso nelle profezie
si parla dell' "ultimo giorno". Già
San Paolo ne parlava. Noi viviamo nell'ultimo
giorno, ma i veri profeti non hanno mai indicato una
data precisa nella quale queste profezie si sarebbero
compiute. Gesù stesso ha detto che neanche il Figlio
dell'Uomo conosce il momento in cui ci saranno
il "secondo avvento" e il "giudizio
finale": solo il Padre lo sa. Perciò si può dire
la stessa cosa che si diceva prima di Fatima: Medjugorje
è il più grande intervento di Dio nella storia dell'umanità.
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